Nauticon 2009


Resoconto a cura di Riccardo Simone


Sabato, 28 marzo 2009

Tre, due, uno… e finalmente ci siamo.
Quasi non ci credo che la Nauticon sia ormai arrivata. Mi sembra così lontano quel giorno di settembre in cui, presi forse dall’euforia della nuova avventura che stava nascendo, dicemmo basta con l’anno sabbatico e iniziammo a porre le basi per la realizzazione di questo evento.
La Levantecon vera e propria e quindi la Nauticon, per noi che la organizziamo, inizia ovviamente il giorno prima quando, armati di buona volontà e tanta pazienza, ci dobbiamo presentare davanti alle sale dello Sheraton Hotel e aspettare che queste siano libere e finalmente disponibili.
L’attesa di circa un’ora non ci demoralizza più di tanto anche perché la zona che più ci interessa, quella riservata alla Nauticon, è quasi subito pronta per essere allestita.
Pur privi delle nostre divise federali, importanti per noi come i capelli per Sansone, scarichiamo rapidamente il furgone e ci apprestiamo a montare tutto quello che sarà la scenografia dedicata a Star Trek.

Senza perder tempo ci dividiamo i compiti e Salvatore decide subito di iniziare con qualcosa di semplice: la vestizione del manichino!!!
Dopo averlo disteso per terra, nel tentativo di infilargli i pantaloni, si accorge ben presto di avere gli occhi di tutti puntati addosso causa la posizione assunta nei confronti del manichino che ci ricorda molto una scena tratta da un film di Benigni. Ripresosi immediatamente da quel “tete a tete” imbarazzante, riesce finalmente a fargli vestire la divisa romulana ma lo dobbiamo consolare quasi subito, quando si rende conto che il piede 45 del manichino non è compatibile con lo stivaletto 39 in suo possesso. Alla fine gli consigliamo di lasciar perdere ma, non appena lo vediamo studiare il posteriore del pupazzo per cercare di capire dove va infilato il piedistallo, ci vediamo costretti a bloccarlo prima che succeda l’irreparabile.

Contemporaneamente ci dedichiamo ad assemblare la pedana del teletrasporto che, piena di tubi neon e relativo impianto elettrico, è forse l’elemento più delicato di tutta la scenografia.
Pochi minuti di attento lavoro bastano per completare l’opera. Le successive tre ore procedono senza grossi intoppi ma ci sfiniscono fisicamente; la timeline di tutti i principali eventi di Star Trek, gli scacchi vulcaniani, costumi di scena e soprattutto una lambretta del 1962 provvista di tre gondole di curvatura, una vera chicca che le testate giornalistiche hanno molto pubblicizzato nella settimana precedente.
Stanchezza a parte, quello che mi fa più arrabbiare a fine serata è pensare che tutto questo dovrà essere smontato, improrogabilmente, domani sera a fine manifestazione.


Domenica, 29 marzo 2009

Nonostante le porte vengano aperte al pubblico alle 9,00 ci presentiamo quasi tutti un’ora prima, chi per sistemare le ultime cose e chi per eseguire riti scaramantici.
Poco prima dell’apertura noto un personaggio aggirarsi con una divisa della serie Classica, intento a scrutare il materiale di Star Trek in esposizione nella sala principale. Il volto non mi è nuovo ma vado comunque ad accertarmi della sua identità (sono il Responsabile della Sicurezza: è un mio dovere!). Il tizio si presenta come un certo Nicola Vianello (boh?), inviato di una fantomatica associazione denominata STIC che si propone, come noi, di divulgare gli ideali di Star Trek. Non convinto del tutto gli chiedo di visionare il suo tesserino STIC e gli ultimi tre numeri della sua carta di credito e, alla fine, decido di concedergli il benestare per tutta la giornata.

La mattinata prosegue in un crescendo di gente che riempie letteralmente tutte le sale disponibili, mostrandosi interessata a tutti gli eventi proposti e, oserei dire, assetata di conoscenza sia scientifica che fantascientifica. Mi ritrovo così a parlare con persone di una certa età che mi raccontano aneddoti sulla serie Classica che neanche io sapevo, ragazzi che mi chiedono informazioni sul prossimo STXI e soprattutto con intere scolaresche elementari meravigliate da quello strano oggetto in esposizione denominato teletrasporto.

Spiego loro che non funziona del tutto (si illumina soltanto) e qualche genitore che non riesce a smaterializzare il figlio pestifero la prende male; inaspettatamente ci ritroviamo così a dover gestire una folla di curiosi intenti a farsi fotografare sulla pedana in questione nelle pose più bizzarre e ringrazio il cielo che, quando l’ho costruita, ho pensato bene di rinforzare la base per sopportare più persone contemporaneamente.

Mentre il teletrasporto subisce l’assalto delle scolaresche e dei più grandi in preda ai ricordi di gioventù, la lambretta-trek non sembra essere da meno e l’aver piazzato mia cugina vicino ad essa, in divisa della serie Classica e con tanto di minigonna si rivela una scelta azzeccata: mia cugina adora i bambini e i genitori sembrano adorare mia cugina!!!

Terminiamo la mattinata per la pausa pranzo, costretti ad accompagnare i visitatori verso l’uscita e dalla Reception ci comunicano che abbiamo avuto già 550 ingressi: non male pensando che negli anni precedenti riuscivamo a farne 600/700 in tutta una giornata.
Dopo il pranzo, chi nelle sale a base di panini e chi al ristorante a base di orecchiette, nel primo pomeriggio arrivano le televisioni per realizzare i servizi che passeranno sui tg serali e, con grande sorpresa, scopro che i giornalisti sono preparatissimi in tema di Star Trek tanto da darci anche consigli per le prossime manifestazioni.

Sono le 19,10 quando nella Sala Conferenze 1 inizia la cerimonia dedicata al Premio Gene Roddenberry, consegnato a chi si è distinto nella divulgazione fantascientifica. Come già noto la prima edizione se l’è aggiudicata lo Star Trek Italian Club e l’emissario inviato per ritirare il premio in questione è proprio Nicola Vianello (ah, ecco chi era!!!). Il nostro capitano Simeon fa gli onori di casa spiegando al pubblico presente le motivazioni di tale scelta ma, non appena si accinge a consegnare il premio, d’improvviso il buio scende in sala e sul maxi-schermo si materializzano due persone, un uomo e una donna, in divisa di Star Trek che osservano tutti i presenti con aria compiaciuta. Il silenzio è totale e la tensione di taglia a fette.

Dopo qualche secondo i due salutano i convenuti e si presentano come Alberto Lisiero e Gabriella Cordone dello Star Trek Italian Club. Come Capo della Sicurezza, da un angolo della sala, chiedo a loro di identificarsi con tesserino e carta di credito ma non mi danno retta e proseguono complimentandosi per la nostra iniziativa.
Uhm… forse c’è un ritardo nelle comunicazioni subspaziali o forse la comunicazione non è propriamente in diretta.

Terminata la cerimonia di premiazione tra gli applausi del pubblico e le foto ricordo, subito dopo le sale si riempiono in maniera imprevista e qualcuno teme di non riuscire a contenere l’affluenza del pubblico; alcuni ragazzi scambiano le gondole della lambretta come schienale d’appoggio ma vengono subito riportati all’ordine; ci vediamo costretti ad aumentare la presenza davanti all’esposizione dei materiali di Star Trek onde evitare spiacevoli sparizioni e, per parlare tra noi organizzatori, ormai c’è bisogno delle ricetrasmittenti in quanto non ci si riesce a vedere neanche sbracciandosi.

Passato infine il momento critico, dopo circa un paio d’ore, la giornata (finalmente per i nostri piedi) sembra volgere al termine; la gente inizia un lento defluire e la stanchezza inizia progressivamente a montarci addosso.
Il tempo di farci una fugace foto di gruppo e Nicola Vianello ci lascia! Ovviamente non nel senso più drammatico del termine, ma solo per correre in stazione a prendere il treno. Un caloroso scambio di saluti e ci diamo appuntamento a Bellaria per la prossima Sticcon.

Alle 21,00 termina ufficialmente la manifestazione ma siamo ben consapevoli che ci aspettano almeno un altro paio d’ore di lavoro per lo smontaggio. Nonostante questo, il dato che ci viene comunicato dalla Reception ci ripaga di tutto questo: 1.251 ingressi in 10 ore di manifestazione.
E’ vero, alla fine è stata un’autentica sfacchinata, ma la soddisfazione è davvero grande.

Sette mesi di intenso lavoro sono stati ampiamente ricompensati dalla risposta della gente e a questo punto, mentre ci troviamo avvolti nel silenzio della sala principale ormai deserta… la stanchezza non la sentiamo quasi più.


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