"Gli astronomi l’hanno battezzata R136a1 e, con la sua massa attuale pari a 265 volte quella del sole ed una luminosità di 10 milioni di volte maggiore, è la stella più massiccia che sia mai stata scoperta fino ad oggi.
Tuttavia questo genere di stelle perdono rapidamente una gran quantità di massa durante la propria vita, infatti la stella appena scoperta, alla nascita, aveva una massa di almeno 320 masse solari. Fino a poco tempo fa, si riteneva che le stelle alla nascita non potessero avere massa maggiore a 150 masse solari, ma oggi evidentemente questo limite è stato raddoppiato.
R136a1 si trova a 165.000 anni-luce di distanza da noi, nella nebulosa della Tarantola, una intensa regione di formazione stellare, all’interno della Grande Nube di Magellano, una delle galassie a noi più vicine, visibile dall’emisfero australe.
In questa piccola immagine potete vedere un confronto tra una piccola stella rossa (0,1 masse solari), una stella delle dimensioni del nostro Sole (quella gialla), una stella di 8 masse solari (quella azzurra), infine R136a1 (raffigurata in blu) con massa oltre 300 volte di quella solare.
Qualche curiosità:
Se tale stella fosse alla stessa distanza del nostro sole da noi, la luminosità della nostra stella apparirebbe effimera, alla pari di quella della Luna Piena rispetto al Sole.
Inoltre, a causa della forte attrazione gravitazionale della massiccia R136a1, il nostro pianeta sarebbe costretto ad aumentare la velocità di rivoluzione ed il nostro attuale anno durerebbe appena tre settimane. Tuttavia, le intensissime radiazioni emesse da R136a1, renderebbero impossibile ogni forma di vita sul nostro pianeta." - commenta sul blog
"Ecco la prima mappa per 'navigare' a spasso fra i crateri, i vulcani spenti, i canyon e le rosse pianure polverose di Marte. La mappa copre tutta la superficie del pianeta ed e' nata dalla collaborazione fra Nasa, Arizona State University e Microsoft. Si puo' accedere attraverso http://beamartian.jpl.nasa.gov/. Sono 21.000 le immagini che compongono il mosaico realizzato in otto anni con le foto scattate dalla fotocamera Themis installata sul satellite della Mars Odyssey." (Ansa.it)
"Per la prima volta un italiano, Giovanni Bignami, e' a capo del Comitato Internazionale per la Ricerca Spaziale (Cospar). Bignami, astrofisico dell'universita' di Pavia, e' stato eletto nel corso dell'assemblea del Cospar, in corso in Germania, a Brema, ed entrera' in carica domenica prossima, 25 luglio. In corsa per il titolo di presidente con Bignami c'era il 'papa'' del Voyager, Ed Stone, del California Institute of Technology (Caltech)." (Ansa.it)
"Si ripete ancora il passaggio della Stazione Spaziale sopra l’Italia.
Questa volta siamo nelle migliori condizioni possibili, sia perchè i passaggi saranno longitudinali alla nostra Penisola, come potete vedere nell’immagine (quindi ben visibili da tutti) sia perchè ce ne saranno moltissimi in questi giorni, anche con doppi appuntamenti giornalieri.
La ISS apparirà quasi sempre in direzione approssimativamente Nord-Ovest e procederà in direzione Sud-Est.
Ecco elencati di seguito i passaggi più luminosi e spettacolari:
* 12 Luglio 2010, alle 21:35;
* 13 Luglio 2010, alle 20:26;
* 13 Luglio 2010, alle 22:03;
* 14 Luglio 2010, alle 20:53;
* 15 Luglio 2010, alle 21:20;
* 17 Lulgio 2010, alle 20:38.
Volendo potete anche cimentarvi in qualche foto, riprendendo la “strisciata” che la ISS lascia nel cielo. In questo post “Ecco le foto della Stazione Spaziale” potete trovare qualche suggerimento a questo proposito.
Buon divertimento !" (Vito Lecci) - Commenta sul blog
"E’ stata appena rilasciata dall’ESA la nuova immagine dell’Universo ripresa dalla sonda PLANCK.
Si tratta di una spettacolare mappa a tutto cielo che, in un sol colpo d’occhio, ci racconta passato e presente del nostro Universo.
Infatti la parte centrale dell’immagine, la scia chiara orizzontale, è la Via Lattea, la nostra galassia. Al di sopra ed al di sotto di essa sono ben evidenti degli enormi pennacchi di polvere, essi sono la culla di una quantità strabiliante di stelle appena nate o che stanno per vedere (o meglio emettere… ;) ) la luce.
Fin qui abbiamo una foto della nostra galassia, e quindi dell’Universo nella sua attuale età. Invece le regioni più estreme in alto ed in basso dell’immagine, benchè meno spettacolari, sono invece scientificamente interessantissime. Si tratta infatti della radiazione cosmica di fondo, è in assoluto la più antica luce dell’Universo, emessa dopo il Big Bang, ben 13,7 miliardi di anni fa.
Ed è proprio questa la missione di PLANCK: ricostruire, a partire da quel fondale screziato, ciò che avvenne nell’Universo primordiale nei primi istanti della sua formazione. Tuttavia per poter adempiere al meglio a questa missione sarebbe opportuno avere un’immagine a tutto cielo della sola radiazione cosmica di fondo, anche laddove adesso compare la Via Lattea, la cui presenza dovrà essere rimossa digitalmente attaraverso complessi algoritmi.
Ma quando il lavoro sarà stato completato PLANCK sarà in grado di mostrarci l’immagine della radiazione cosmica di fondo più precisa che sia mai stata ottenuta." - Commenta sul blog
"Si chiama HD209458b e si trova ad una distanza di 150 anni luce da noi, in direzione della costellazione di Pegaso. Si tratta di un esopianeta con massa pari al 60% di quella di Giove.
Tuttavia, al contrario di Giove, che è ben lontano dal Sole, HD209458b si trova a soli 7,5 milioni di Km dalla sua stella, molto più vicina di quanto lo siamo noi stessi dalla nostra (la Terra dista 150 milioni di Km dal Sole).
Questa estrema vicinanza dell’esopianeta, unita al fatto che esso mostra sempre la stessa faccia alla sua stella (come succede per la Luna intorno alla Terra) costringe il suo lato illuminato a raggiungere temperature di circa 1.000 °C, mentre l’altra faccia rimane sempre freddissima.
Questa estrema differenza di temperatura scatena delle tempeste i cui venti raggiungono spaventose velocità che oscillano dai 5.000 ai 10.000 Km orari.
Questa strabiliante scoperta è stata fatta grazie all’utilizzo del CIRES, un potente spettrografo installato sul Very Large Telescope dell’ESO, che ha reso possibile anche l’individuazione di una consistente presenza di carbonio sul pianeta, proprio come riscontrato anche su Giove e Saturno.
Probabilmente lo strumento potrebbe aiutare i ricercatori a studiare anche l’atmosfera di altri pianeti simili alla Terra e capire se vi possano essere condizioni favorevoli alla vita." (vito Lecci) Commenta sul blog
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