"Iniziamo la settimana con questa bella immagine, scattata dagli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Ritrae una regione del Sahara, in cui sono chiaramente visibili due enormi crateri. Il primo, a sinistra dell'immagine, è un cratere di natura vulcanica, si tratta di Emi Koussi, detto anche il "tetto del Sahara" con i suoi 3400 metri di altezza, nel nord del Ciad.
A destra invece, a circa 110 km di distanza dal vulcano, il cratere di Aorunga, questa volta generato dall'impatto di una meteorite, che i ricercatori ritengono essere precipitata tra i 345 ed i 370 milioni di anni fa. Il cratere è meno leggibile ripetto ad Emi Koussi, anche a causa della serie di striature che lo attraversano, dovute all'erosione del vento.
In realtà, vicini ad Aorunga, esistono altri due crateri minori, dovuti allo stesso impatto, purtroppo però questi ultimi in questa immagine non sono visibili, in quanto ricoperti dalla sabbia. (Vito Lecci)" - Commenta sul blog
"Dopo il lungo periodo di calma nell'attività solare, di questi ultimi anni passati, con minimo nel 2008, ora il sole sta tornando nuovamente a risvegliarsi e a dare spettacolo di sè, con numerosi brillamenti e tempeste solari.
Proprio lo scorso 19 gennaio due esplosioni sulla nostra stella hanno scagliato verso di noi una nube di plasma che ci è passata "di striscio". Un'altra il 23 gennaio, che attualmente ci sta investendo, ma tranquilli il campo magnetico terrestre ci protegge dagli effetti deleteri di queste tempeste. Anzi proprio il nostro campo magnetico, incanalando questo plasma verso i poli magnetici, sta innescando il bellissimo spettacolo delle aurore polari, come quelle della Lapponia Finlandese a cui si riferisce l'immagine in alto.
Nessun allarme quindi per noi, solo le sonde in orbita intorno alla Terra, in quanto esposte all'intensa radiazione solare, potrebbero andare incontro a qualche piccolo probema, ma usiamo obbligatoriamente il condizionale in quest'ultima affermazione.
L'aspetto interessante della faccenda invece, come avrete capito, è che questo è davvero un buon periodo per godersi questi spettacoli della natura, per chi avesse in programma qualche viaggetto nel Nord Europa. (Vito Lecci)" - Commenta sul blog
"Da 16 anni i ricercatori stanno lavorando alacremente alla ricerca di esopianeti nella nostra galassia. Pianeti cioè che orbitano intorno ad altre stelle che non siano il sole. Il risultato ha condotto alla scoperta di oltre 700 di questi pianeti extrasolari.
In questi ultimi sei anni però, alla ricerca con i sistemi "tradizionali", si è aggiunto l'effetto "microlente gravitazionale" che deriva direttamente dalla Teoria della Relatività di Einstein, secondo la quale la luce che passa nelle vicinanze di un corpo celeste viene deviata per effetto della sua stessa forza gravitazionale.
Grazie ai risultati ottenuti utilizzando questo potente metodo di indagine, i ricercatori sono giunti alla conclusione che tutte le stelle della nostra galassia siano circondate da più di un pianeta e, soprattutto, moltissimi di questi pianeti hanno una massa simile a quella della nostra terra. Questo confermerebbe che il nostro pianeta, come dimensione e tipologia, non sia affatto una rarità, ma una regola nella nostra galassia.
Oggi quindi, guardando il cielo stellato, siamo consapevoli che intorno ad ognuna delle stelle che i nostri occhi possono scorgere, potrebbe esserci un pianeta del tutto simile al nostro e, chissà, magari anche abitato da lontani "cugini galattici". (Vito Lecci)" - Commenta sul blog
"Appassionati di esplorazione spaziale vintage, sarete certamente felici che la NASA abbia messo online il database delle immagini delle missioni Gemini (le missioni preparatorie alle mitiche Apollo, quelle dello sbarco sulla Luna) restaurate di fresco. Fanno una certa emozione. Buona Visione."
"C'è un progetto dell'eccellenza italiana del quale nessuno, o quasi, parla. E' un progetto che è nato nel 1998 a Colleferro un paesino industriale nella provincia di Roma e che il prossimo 9 febbraio volerà nello spazio.
Si chiama Vega come la stella, ma anche come acronimo di Vettore Europeo di Generazione Avanzata. E' un razzo vettore, di quelli che servono a portare nello spazio satelliti ed altro materiale. Il nostro razzo, perché si tratta di un razzo a fortissima componente italiana, al 65 per cento di tecnologie, uomini ed idee che si aggiunge al progetto spaziale europeo che già produce da anni il francese Ariane che porta nello spazio materiale fino a 10 tonnellate, o le Soyouz russe che portano su roba fino a 3 tonnellate di peso.
La capofila del progetto Vega è la società Elv, controllata al 70 % dal gruppo Avio ed al 30 per cento dall'Agenzia Spaziale Italiana, sotto la supervisione dell'ESA l'agenzia spaziale europea.
Il 9 febbraio Vega porterà nello spazio un satellite LARES (Laser Relativity Satellite) che si occuperà di fisica gravitazionale, ma prima per prova lancerà un satellite dell'ESA, PROBA V per osservazioni ambientali. Il progetto ed il nacio sono stati realizzati nella base di Kourou nella Guyana Francese.
Al fianco dei più capaci vettori Ariane e Soyuz, Vega offre una possibilità in più di accedere allo spazio, studiata più che altro per satelliti con scopi scientifici e di conservazione del territorio mondiale.
La realizzazione di Vega ha richiesto un impegno economico totale di 760 milioni di euro, per il 63% investiti dall'Italia, leader del progetto, e la cooperazione di oltre 40 società europee, molte già forti di esperienze con Ariane, ciascuna specializzata in una o più fasi del progetto.
Vega è anche erede dell'impegno di numerosi illuminati sostenitori dei progetti spaziali italiani, come Luigi Broglio e Carlo Buongiorno, primo direttore di Asi, recentemente scomparso, e l'ex presidente di Asi, Stefano Rodotà."
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