"Proposta una nuova ipotesi sulla formazione degli anelli di Saturno: che sia quella buona? Gli anelli sarebbero il frutto della distruzione di un grande satellite causata dalle immense forze mareali di Saturno. L’ipotesi è stata avanzata da Robin Canup, astrofisica del Southwest Research Institute di Boulder, Colorado, in un articolo pubblicato il qualche giorno fa su Nature. La proposta di Canup chiarirebbe anche alcuni punti finora oscuri sulla formazione delle lune di Saturno più interne e vicine al pianeta.
Secondo Canup un satellite delle dimensioni di Titano (la più grande fra le lune di Saturno), costituito da un manto di ghiaccio e da un nucleo roccioso, si sarebbe “sbriciolato” per via delle forze mareali e gravitazionali di Saturno. Queste spinte gravitazionali avrebbero separato il ghiaccio più esterno dal centro roccioso del satellite. A causa dell’orbita a spirale che percorreva, infatti, il satellite si sarebbe avvicinato troppo alla superficie di Saturno, dando modo alle forze mareali di disintegrarlo. Mentre il nucleo roccioso probabilmente si schiantò sul pianeta, il mantello ghiacciato restò intorno al gigante gassoso, dando origine al sistema degli anelli, allora circa 1000 volte più grande di quanto non appaia oggi.
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"Sulla Stazione Spaziale per incoraggiare la ricerca: l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) Paolo Nespoli sa che questo è il più difficile dei tanti esperimenti che sta seguendo tra le stelle. Arrivato a bordo della stazione orbitale nella notte fra il 17 e il 18 dicembre, Nespoli è apparso disteso e sorridente nel collegamento in diretta organizzato oggi dall’Esa al Planetario di Roma. A seguirlo tantissimi giovani, mentre lo intervistava la direttrice dei Voli Umani Abitati dell’Esa, Simonetta Di Pippo. «Mi fa piacere poter parlare finalmente italiano», ha detto Nespoli.
Indossava una polo con pantaloni blu pieni di tasche alle quali assicurava fogli e strumenti. Alla cintura aveva il piccolo Cappuccetto Rosso di sua figlia Sofia, di un anno e mezzo. Non se ne è mai separato dal momento del volo. Racconta soddisfatto del tantissimo lavoro che lo aspetta nella missione MagIsstra, che prevede ben 30 esperimenti. «Scienza, tecnologia ed educazione sono aspetti fondamentali della mia missione», ha detto Nespoli. Ed è per questo, ha aggiunto, che «vorrei incoraggiare la gente e i giovani ad avere attenzione per la tecnologia e la ricerca scientifica, che oggi molto spesso vengono lasciate da parte». Twitter e YouTube sono i mezzi che l’astronauta ha scelto per raggiungere il maggior numero di persone, soprattutto giovanissimi. Sono oltre 7.000 coloro che lo stanno seguendo giorno per giorno, commentando le foto e cercando la soluzione dei suoi foto-indovinelli (immagini di strani oggetti di casa nello spazio dei quali chi è a Terra deve indovinare la funzione).
«Non è facile usare Twitter da quassù, a Terra era molto più semplice con il computer e la connessione, da qui ho qualche difficoltà e devo imparare a collegarmi bene». Ha invece più dimestichezza con la macchina fotografica e la videocamera 3D messe a punto dall’Esa: «Stiamo facendo il possibile per portarvi su qui con noi, nella vita di tutti i giorni», ha detto indicando i due strumenti, assicurati su una rastrelliera della stazione orbitale. Oltre a promuovere l’attenzione per la scienza, Nespoli ha appena cominciato il suo lavoro di scienziato-astronauta: «Siamo all’inizio del programma e per questi primi giorni le attività sono un pò rallentate. Ho appena cominciato un esperimento che studia come il cervello si comporta in assenza di gravita», ha detto prendendo il casco di gomma necessario per l’esperimento Neurospat.
Ci sarà tanto da fare anche quando, in aprile, sulla stazione orbitale arriverà un altro italiano, Roberto Vittori: «Verrà prima il lavoro, ma poi parleremo e mangeremo italiano». Saranno probabilmente in due gli italiani a bordo anche quando si celebreranno i 50 anni dal volo di Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio: «Grazie a Gagarin ora possiamo guardare ad un futuro nel quale tutti potremo volare nello spazio»." - Commenta sul blog
"Domenica 26 dicembre è programmata una serata osservativa presso il Parco Astronomico SIDEREUS, in occasione della quale si potrà osservare Giove con i suoi satelliti, la Nebulosa di Orione ed altri oggetti di cielo profondo.
Al termine della serata tutti i presenti potranno partecipare, gratuitamente, all’estrazione di una autentica meteorite proveniente dalla collezione del Parco stesso.
Per partecipare occorre prenotarsi telefonicamente, al seguente recapito: 349/8470776.
Occorre solo tenere presente che siamo a dicembre, quindi in caso di condizioni meteo avverse la serata sarà posticipata a nuova data da definirsi." - Commenta sul blog
"Dopo la spettacolare pioggia di meteoriti apparse nei nostri cieli qualche giorno fa, le cosiddette Geminidi, un altro fenomeno potrebbe farci tornare coi nasi all'insù ad osservare il cielo. Proprio questa notte infatti, avrà luogo un'eclissi totale di luna.
Il nostro satellite entrerà tra qualche ora nel cono d'ombra proiettato dalla Terra, che si trova interposta tra la Luna e il Sole. Nonostante sia un avvenimento abbastanza frequente, che avviene all'incirca ogni 34 mesi, questa è la prima volta in cui sarà possibile ammirarla da ogni continente, dall'America alla zona settentrionale e occidentale dell'Europa, fino ad piccola parte del nord-est dell'Asia, tra cui Corea e gran parte del Giappone. L'eclissi sarà visibile anche dalla Nuova Zelanda e dalle Hawaii, con un pubblico potenziale di 1,5 miliardi di persone.
Non serve nulla per ammirare la 'luna rossa' in cielo. A differenza dell'eclissi di sole, per la quale sono necessarie delle specifiche lenti protettive per evitare danni agli occhi, l'eclissi di luna è osservabile ad occhio nudo.
Il primo scorcio di penombra sembrerà quasi una macchia leggera sulla parte sinistra del disco lunare e inizierà ad intravedersi attorno alle 06:15 UT (del 21 dicembre). In Italia sarà meno visibile che in America, ma sarà a disposizione dei curiosi per un'ora circa, dalle 6:30 alle 7:30 del mattino.
Tuttavia, chi non riuscirà a vederla, non dovrà attendere molto perché ci sarà una nuova eclissi il 15 giugno del 2011.
Ultima curiosità. Quest'anno, per la prima volta dopo 456 anni il solstizio di inverno coinciderà con un'eclissi totale di luna. L'ultima volta si era verificato nel lontano 1554 e la prossima sarà tra 372 anni, il 21 dicembre 2094. Ironia della sorte, il giorno più corto dell'anno, associato da alcuni culti alla rinascita del Sole, rende protagonista la Luna."
"Lunghi momenti di paura per Paolo Nespoli e l'equipaggio della Soyuz: per alcune ore, il centro spaziale russo non è riuscito a stabilire contatti con la navicella in viaggio verso la stazione spaziale internazionale 1. L'allarme è stato lanciato dall'agenzia Interfax, che più tardi ha comunicato che i problemi di comunicazione erano stati risolti.
"I problemi di comunicazione, legati al funzionamento della rete a fibre ottiche nel centro sulla Terra, sono stati ripristinati verso le 19.30", ha confermato un portavoce del centro di controllo dei voli spaziali russo (Tsoup). Sminuisce il contrattempo l'Agenzia spaziale europea (Esa) secondo cui tutte le operazioni di giornata si sono svolte regolarmente e senza alcuna difficoltà.
A bordo della Soyuz, decollata dal centro spaziale di Baikonur il 15 dicembre, oltre a Nespoli ci sono l'americana Cady Coleman e il russo Dmitry Kondratyev. Secondo il programma di viaggio, la navicella dovrebbe raggiungere la Iss il 17 dicembre. L'aggancio è previsto alle 21 e 12. Nespoli e compagni dovrebbero rimanere ben 152 giorni, fino al 16 maggio quando lasceranno il posto ad altri astronauti. Si tratta del 26mo equipaggio ospitato dalla stazione orbitante.
E' la seconda volta che Nespoli visita la stazione orbitante, la prima fu nel 2007 e quella volta la raggiunse con uno Shuttle. Durante questa missione, chiamata "MagISSstra", avrà un compito importante 1, quello di realizzare una serie di esperimenti sull'organismo umano, sulla meccanica dei fluidi, sulla biologia di organismi viventi e non ultimo prove di riprese televisive in 3D. L'astronauta italiano realizzerà esprimenti su miscele di fluidi per capire a fondo il loro comportamento. Queste ricerche serviranno da un lato per comprendere il comportamento dei magmi all'interno della Terra, dall'altro per capire se vi sono modi per rendere più fluido il petrolio all'interno dei giacimenti, così da poterne estrarre il più possibile. " - Commenta sul blog
"E' tutto pronto a Baikonur per il lancio dell'astronauta italiano Paolo Nespoli che è previsto per mercoledì 15 dicembre quando in Italia saranno le 20:03. Il lancio avverrà per mezzo della navicella russa Soyuz TMA-20. Meta di Nespoli è la ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, dove risiederà per circa 6 mesi. La sua lunga missione lo vedrà impegnato come ingegnere di volo per le spedizioni 26 e 27 (le spedizioni sono numerate da quando la ISS iniziò ad essere abitata da astronauti). Nespoli sarà il primo italiano e terzo europeo a dimorare lassù per un così lungo periodo di tempo.
Alla sua missione è stato dato il nome di "MagISStra", il quale combina il concetto di insegnamento (evoca il termina "maestra" in latino) e l'acronimo di ISS. "Da dicembre 2010 a maggio 2011 dedicherò circa il 50% del mio tempo al mantenimento della Stazione Spaziale, ossia mi dedicherò a eseguire tutto ciò che è necessario per tenere in ordine quella 'casa' e farla funzionare al meglio, il 40% del tempo invece lo dedicherò a realizzare esperimenti scientifici. Il resto del tempo sarà dedicato al mantenimento della mia forma fisica", spiega Nespoli.
Tra le ricerche di cui si occuperà l'astronauta vi sono esperimenti sulla fisiologia umana in campo neuroscientifico, cardiovascolare, metabolico e nella valutazione della forma fisica. Si dedicherà a studiare il modo con cui il corpo umano reagisce alla prolungata assenza di peso, non solo per capire meglio il nostro organismo, ma anche in previsione dei lunghi viaggi spaziale previsti per i prossimi decenni. Un altro suo compito sarà quello di studiare i "lampi di luce" che si formano nel cervello degli astronauti, i quali vennero osservati già durante i voli Apollo verso la Luna. In realtà cosa li produca è ancora in gran parte avvolto nel mistero, ma sembrano dovuti a interazioni tra le radiazioni cosmiche e il cervello dell'uomo.
Un esperimento pittoresco è quello che porta il nome di MATROSHKA-2. Si tratta di un pupazzo con la forma di un mezzobusto umano, sulla cui superficie e al cui interno si misurerà la distribuzione di radiazione assorbita. Nel futuro MATROSHKA verrà collocato all'esterno della stazione spaziale per misurare l'intensità delle radiazioni a cui vengono sottoposti gli astronauti durante le passeggiate spaziali.
Un altro esperimento a cui si dedicherà Nespoli è SOLAR che è montato all'esterno del laboratorio Columbus (il laboratorio europeo agganciato alla ISS), dove raccoglie dati sull'attività solare. Questo strumento è stato progettato e costruito da un consorzio di industrie aerospaziali italiane composto da Thales Alenia Spazio (Torino), Carlo Gavazzi (Milano) e Rheinmetall (Roma). Un'altra interessante ricerca sarà quella che si occuperà di studiare il comportamento dei fluidi in assenza di gravità. Esso servirà da un lato per capire come si comportano i magmi all'interno della Terra e dei pianeti, dall'altro per comprendere le proprietà di miscele composte da più fluidi, come il petrolio, e potenzialmente di migliorare l'estrazione di quest'ultimo dai giacimenti (dove ne rimane sempre almeno il 30%). Nespoli infine, si occuperà anche di ulteriori ricerche in collaborazione con altre agenzie spaziali, tra cui quella giapponese e americana.
Nell'aprile del 2011 Nespoli dovrebbe incontrare per 12 giorni un altro italiano: Roberto Vittori, Questi infatti è stato assegnato alla missione STS-134, che, stando ai piani attuali dovrebbe raggiungere la Stazione Spaziale in quel mese. Se tutto andrà come previsto sarà la prima volta che due astronauti italiani si trovano allo stesso tempo sulla stazione orbitante. Lo Space Shuttle Endeavour, durante la sua ultima missione, consegnerà all'ISS lo Spettrometro Magnetico Alfa (AMS -02) il cui compito sarà quello di cercare segnali di antimateria e di materia oscura nello spazio." - Commenta sul blog
"E se nel corso del tempo si fossero verificati, non uno, ma numerosi Big Bang? È questa la domanda che si è posto il fisico Sir Roger Penrose, svolgendo le sue ricerche al riguardo. Nei suoi studi, infatti, ha decisamente tralasciato l’ipotesi di un’unica esplosione universale, per avvicinarsi ad una nuova e del tutto originale teoria.
La scienza ci insegna che il Big Bang si è verificato 14 miliardi di anni fa circa. Tutta la materia era estremamente concentrata. Poi, all’improvviso, un’esplosione ha dato origine al ‘tutto’, inteso come cosmo, galassie, pianeti e stelle. L’originalità di Sir Penrose sta nell’aver disegnato quel che poteva in origine esistere e cosa possa essersi sviluppato solo in seguito.
Il fisico, insomma, sostiene che il Big Bang non sia stato l’inizio, quanto invece una serie di ciclici Big Bang, ognuno dei quali ha contribuito alla formazione di quello che oggi è il nostro universo.
Secondo Penrose, l’universo tornerebbe al suo stato primordiale nella fase finale della sua espansione, fino a diventare nuovamente ‘nulla’. I buchi neri, in virtù del fatto che assorbono qualsiasi cosa incontrano, trascorrono parte della loro esistenza a eliminare materiale dall’universo.
E quando l’universo giunge al culmine della sua estensione, anche i buchi neri svaniscono, lasciando la materia in uno stato di ordine. In tal modo, non potendo espandersi ulteriormente, l’universo implode. Solo in seguito sarà predisposto per ospitare il successivo Big Bang.
Molte le teorie che si incrociano e che si sfumano l’un l’altra. Ma quella di Penrose sembra arricchita da una serie di evidenze che ne confermano la validità. Il fisico ed il suo team si sono avvalsi del CMB, il Cosmic Microwave Background, una registrazione dello stato dell’universo risalente ad almeno 300 mila anni or sono.
Il CMB ha rilevato delle regioni nelle quali le radiazioni possiedono delle temperature più basse rispetto ad altre dove, al contrario, si segnalano variazioni anche molto elevate. Questa, dunque, è per Penrose la prova degli effetti gravitazionali dei buchi neri in questa primordiale epoca cosmica.
Tutto ancora da provare, ma certamente molto interessante per la scienza astronomica odierna. Una nuova teoria sull’origine si aggiunge a quelle già esistenti. Le critiche sono molte poiché l’analisi di Penrose sicuramente scardinerebbe la fisica moderna. Ma è bizzarro pensare che dal niente proveniamo e verso un altro nulla ci dirigiamo."
"Siamo soli in questo nostro universo? La domanda che l’uomo si pone forse da sempre tra poco potrebbe avere una risposta grazie ad Ares, l’aeroplano della Nasa che sarà spedito su Marte e che potrà cercare tracce di vita sul pianeta rosso. Sarà infatti attrezzato come un laboratorio chimico e cercherà gas residui dell’attività biologica come prove dell’esistenza di forme di vita simili alla nostra, in particolare il metano, prodotto di decomposizione di composti del carbonio, insieme ad ammoniaca e ossidi nitrosi, derivati dal ciclo dell’urea.
Joel Levine, studioso dell’atmosfera e capo della ricerca, ha ideato Ares come un aereo robotico, ovvero senza equipaggiamento, e per assicurarsi che potesse realmente attraversare l’atmosfera di Marte ha contattato diversi ingegneri aerospaziali. All’inizio tutti pensavano fosse uno scherzo, ma ora lo scienziato ha un team che continua a migliorare l’apparecchio, il quale presto potrebbe realmente analizzare l’intero paesaggio del primo pianeta dopo la Terra. Ogni giorno gli ingegneri lanciano simulazioni per ottimizzare il sistema e il gruppo attende l’approvazione della Nasa.
Quando questa sarà arrivata, l’aereoplano sarà spedito nello spazio e atterrerà su Marte dopo nove mesi. Dodici ore prima dell’arrivo dell’astronave nell’orbita del pianeta, Ares sarà rilasciato e guidato verso l’obbiettivo. “Quello che ci dà l’apparecchio è la mobilità - sottolinea Levine - Infatti potremo percorrere 500 miglia (circa 800 Km, N.d.R.) in un’ora”.
Test virtuali sono anche compiuti sul vento, uno dei problemi che potrebbero impedire la missione. Le simulazioni sono infatti condotte impostando tunnel di vento fino a 160 Km/h. “Non sono preoccupato del vento - precisa però Levine - poiché abbiamo simulato venti molto forti nei nostri esperimenti. Sono piuttosto preoccupato per le tempeste di polvere che potrebbero avere impatto sulla visibilità delle immagini che raccoglieremo”.
Ares inizierà a volare attraverso l’atmosfera di Marte a circa 1 Km e mezzo dalla superficie del pianeta. Sarà alimentato da propellenti per i razzi, immagazzinati durante il volo in speciali taniche. Non appena sarà avvenuto l’atterraggio, il sofisticato apparecchio inizierà i rilevamenti collezionando dati e altre informazioni potenzialmente utili, che saranno trasmessi all’astronave che orbiterà sopra.
Questa sarà dotata di una potente antenna, che costituirà il tramite con cui le informazioni arriveranno da Marte sulla Terra. In caso di problemi di comunicazione l’aereoplano potrà comunque usare gli altri satelliti che orbitano intorno al pianeta.
Il prossimo step è naturalmente l’ottenimento dell’approvazione della Nasa, dopo la quale gli scienziati si attendono quattro o cinque anni per l’esplorazione del cielo di Marte. “Siamo interessati a cercare la mappatura della vita e lo faremo cercando i soli gas che sono prodotti dai sistemi viventi”."
"L'universo è 'povero' e meno giovane di quanto ci si aspetti perchè i buchi neri ostacolano la nascita di nuove stelle e il ringiovanimento delle galassie anche a milioni di anni luce di distanza. E' quanto emerge da uno studio condotto presso l'Università di Bologna in collaborazione col Cineca (il centro di supercalcolo degli scienziati italiani), che in questi giorni verrà pubblicato sulla rivista scientifica della Royal astronomical society.
Se fino ad oggi l'idea che i buchi neri fossero i responsabili della scarsa fecondita' degli ammassi cosmici restava una semplice ed accreditata supposizione, i ricercatori bolognesi hanno invece dimostrato, attraverso lo sviluppo di un modello matematico e i computer del Cineca, quanto questi densissimi corpi celesti inibiscano la formazione di nuove stelle "fino al margine estremo dell'ammasso".
Secondo gli esperti, infatti, "oltre a risucchiare grandissime quantita' di materia", i buchi neri "proiettano, ad intervalli regolari, getti di gas rovente ad altissima velocita', capaci di penetrare l'ammasso per milioni di anni luce, compensando cosi' il calore disperso nello spazio esterno".
Insomma "funzionano come delle stufe cosmiche in grado di mantenere la temperatura dell'ammasso galattico sufficientemente alta da impedirne l'addensarsi in nuove stelle", spiega Massimo Gaspari, che ha diretto le indagini scientifiche. "E' anche a causa loro - aggiune poi l'esperto - che l'80 per cento circa di tutta la materia che vediamo permane allo stato gassoso".
E intanto l'equipe italiana si gode il successo della scoperta. La Nasa ha rilasciato agli astronomi la possibilità di utilizzare un calcolatore nei pressi di Mountain View, nel cuore della Silicon Valley californiana, dieci volte piu' potente di quello del Cineca. "L'obiettivo - si legge in una nota dell'agenzia spaziale americana- e' ora quello di verificare se il loro modello matematico riesce anche a spiegare quello che accade in ammassi galattici piu' piccoli e perfino nelle galassie"."
"Simpatica iniziativa della NASA che, proprio in vista delle prossime festività, ha reso disponibile sul proprio sito un servizio che offre la possibilità a chiunque, di inviare una cartolina virtuale al’equipaggio della Expedition 26, attualmente a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Recandovi a questo link:
http://www.nasa.gov/externalflash/postcard/
potrete scegliere tra quattro differenti cartoline e, cliccando su quella scelta, la stessa verrà girata dall’altro lato e qui potrete scrivere un vostro pensiero, ed anche il vostro nome e la vostra città." - Commenta sul blog
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